In realtà la scelta del miglior corso sommelier non è solo tra AIS o FISAR, ma ci sono tantissime altre Associazioni in Italia e all’estero, come ad esempio WSET. Inoltre non bisogna dimenticare ONAV, anche se non è indicata per chi vuole diventare sommelier, ma è piuttosto consigliata per quei winelover che desiderano approfondire la degustazione del vino. La scelta tra FISAR o AIS non ha comunque una risposta univoca: sono entrambi corsi sommelier validi e, finiti di analizzare i caratteri peculiari delle due associazioni, resta una componente irrazionale che fa pendere l’ago della bilancia in un senso o nell’altro. Si potrebbe dire che è un po’ come innamorarsi: di una persona, di un luogo, di una spilla, di un valore.

AIS o FISAR? Ecco come scegliere il migliore corso sommelier!

Prima di cercare di capire se è meglio AIS o FISAR occorre capire quali parametri bisogna considerare ai fini della scelta:

  • Qualità del corso: bisogna assicurarsi di scegliere un corso approvato o riconosciuto da un’associazione sommelier rinomata. Inoltre può essere utile cercare recensioni di ex studenti e chiedere informazioni a persone che hanno già completato il corso sommelier per avere un’idea della qualità delle lezioni e dei relatori che le hanno tenute.
  • Durata e modalità del corso: alcuni corsi sommelier sono molto intensivi e possono durare solo una settimana, mentre altri possono essere più estesi e durare da diverse settimane a diversi mesi, addirittura spalmati in più anni. Per questo è fondamentale scegliere un corso sommelier che si adatti al meglio al proprio stile di vita e al tempo a disposizione per avere maggiori possibilità di portarlo a termine con successo. Scegli un corso che si adatti al tuo stile di vita e al tuo tempo disponibile. Da non dimenticare che, dopo il Covid-19, molte associazioni hanno organizzato anche corsi sommelier online che possono essere molto comodi.
  • Costo: il costo dei corsi sommelier può variare notevolmente da poche centinaia a migliaia di euro. Per questo è utile fare una comparazione accurata dei prezzi e considerare anche le eventuali spese aggiuntive, dal costo di libri e materiali didattici di supporto al costo degli spostamenti per raggiungere il luogo dove si tiene il corso nel caso di lezioni frontali.
  • Opportunità di carriera: anche se moltissimi aspiranti sommelier scelgono di fare il corso unicamente per passione, il giusto corso sommelier può diventare il primo passo verso una carriera nel mondo del vino. In ogni caso è importante sfruttare tutti i contatti e le occasioni che il corso dà e prediligere i corsi che offrono opportunità di stage che possono aiutare a entrare nel settore.

AIS o FISAR? Ecco come scegliere il migliore corso sommelier!

L’Associazione Italiana Sommelier (AIS) e la Federazione Italiana Sommelier Albergatori Ristoratori (FISAR) sono attualmente le uniche due associazioni riconosciute con decreto del Presidente della Repubblica. Nata da una costola di AIS, la Fondazione Italiana Sommelier (FIS) è stata riconosciuta con un decreto del Prefetto di Roma nel 2014, ma non avendo lo stesso riconoscimento delle precedenti si è scelto di non prenderla in esame in questo articolo.

Il corso sommelier non è un corso universitario e le lezioni sono calibrate per essere seguite da tutti gli appassionati di vino maggiorenni a prescindere dal grado di istruzione.

Sommelier AIS o FISAR differenza

Il programma didattico di AIS e di FISAR è molto simile e pertanto tra un sommelier AIS e un sommelier FISAR non ci sono particolari differenze. Entrambe sono due ottime alternative per diventare sommelier in Italia e la scelta può essere fatta anche “di cuore”. Certo, l’Associazione Italiana Sommelier vanta una storia più lunga, un maggior numero di iscritti e si potrebbe definire più “blasonata”, ma sicuramente FISAR è la concorrente diretta di AIS. Un ulteriore criterio di scelta potrebbe essere confrontare i vantaggi riservati agli iscritti di entrambe le associazioni.

AIS o FISAR? Una considerazione.

Cominciare un corso sommelier di questo tipo, ovvero che si articola in tre livelli e richiede un certo investimento economico e di tempo, non è un qualcosa da prendere sotto gamba. Potrà capitare di sentire da strambi personaggi che – casualmente – non hanno mai fatto o completato nessun corso sommelier che fare un corso sommelier è inutile. Spesso sono gli stessi che invitano a spendere i soldi in bottiglie e in visite in cantina. Certo, è fondamentale bere e parlare con i produttori per formarsi, ma è assolutamente inutile farlo prima di aver costruito delle solide basi didattiche. Comprare una bottiglia di vino importante senza aver prima studiato è pretendere di scrivere senza aver imparato la grammatica. Si può farlo, ma difficilmente si avrà un risultato soddisfacente se non eccellente.

Attenzione, questo non significa che aver conseguito il diploma sommelier sia una garanzia della cultura di chi si ha di fronte. Piuttosto è bene considerarlo come una prima scrematura, da integrare poi con altri parametri in funzione del ruolo in cui il sommelier lavora. Certo è che il non avere conseguito nessun diploma vale 0, e tra 0 e 1 è sempre meglio 1… no?

Se non si hanno mire lavorative, ma si intende frequentare un corso sommelier solo per passione si può prendere in considerazione di studiare dapprima su un manuale sommelier e rimandare la frequentazione del corso AIS o FISAR a un secondo momento. Partire da un buon libro è infatti un ottimo modo non solo di avvicinarsi al vino e mettere delle solide basi che possono poi aiutare a diventare sommelier, ma può aiutare l’aspirante tale a capire se è davvero motivato nello studio e se la materia che tanto lo appassiona fa davvero per lui.

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AIS o FISAR in sintesi

Corso sommelier FISAR

1.600/Totale 3 livelli
  • Diploma riconosciuto in Italia
  • Durata minima 3 semestri, un semestre per ogni livello (un anno e mezzo in totale)
  • 1° livello: 13 lezioni + 25 vini + 4 birre + 3 distillati + 1 liquore degustati + visita in cantina; 2° livello: 14 lezioni + 42 vini; 3° livello: 12 lezioni + 36 vini + prove di abbinamento cibo-vino (39 lezioni teorico/pratiche in totale)
  • Frequenza obbligatoria, sono concesse massimo 4 assenze per ogni livello (12 assenze totali nei 3 livelli). Si possono recuperare eventuali lezioni perse entro 12 mesi. In caso di assenze superiori si deve ripetere il livello.
  • Si può scegliere di fare solo il 1° livello o fermarsi al 2° livello, ma è solo completando tutti e 3 i livelli che si diventa sommelier.
  • 5 anni di tempo per completare tutti e 3 i livelli. Passato questo periodo occorre ricominciare dall’ultimo livello che si è frequentato.
  • Alla fine del 1° e del 2° livello è previsto un test di autovalutazione che NON è un esame e rilascia un attestato di partecipazione e NON è vincolante all’iscrizione del livello successivo.
  • Esame finale composto da una prova scritta (quiz a risposta multipla sull’intero programma dei 3 livelli) + una prova pratica (prova di degustazione e di servizio del vino) + un esame orale (colloquio sull’intero programma dei 3 livelli).
  • Per superare l’esame il voto minimo è 60/100. Si può ripetere l’esame non superato senza un massimo di volte, purchè sia entro 12 mesi in qualsiasi delegazione FISAR e alla prima sessione utile anche trascorsi i 12 mesi nella propria delegazione FISAR. Se non si dà l’esame alla fine del corso occorre pagare 50 € di diritti di segreteria aggiuntivi. Se entro il lasso di tempo previsto non si dà o non si supera l’esame si deve rifare il 3° livello.
  • Materiale didattico incluso nel costo del corso. Il materiale didattico comprende i libri di testo, la valigetta porta calici con i calici, il quaderno per appuntare le degustazioni, il cavatappi professionale, la tovaglietta plastificata per degustazione e 60 frangini monouso.
  • Al costo sono da aggiungere almeno 2 anni di iscrizione alla FISAR (70 €/anno, 140 €/totale). Sono previste agevolazioni per gli under 25 anni.

N.B. Il costo può subire leggere variazioni in base alla delegazione.

Conclusione

Scegliere tra AIS o FISAR è il primo passo per diventare sommelier e, a tal fine, può essere utile confrontarsi con persone che già lavorano nel settore del vino (dal sommelier professionista all’enotecario, dal proprietario del ristorante di cui si è clienti alla redazione della testata giornalistica con cui si vorrebbe collaborare) per avere un quadro il più possibile preciso delle opportunità di carriera che si hanno a disposizione. Lavorare nel mondo del vino non significa solo svolgere il lavoro del sommelier normalmente inteso, ma ci sono tantissime opportunità parallele da vagliare in base alle proprie attitudini e al proprio backround professionale e didattico. Parlare con le persone chiave della nicchia del vino in cui si intende entrare aiuta a capire anche quali sono i requisiti minimi, le competenze richieste e i plus che servono per farcela.

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