Quando si parla di cucina etnica si intende una cucina tipica di un popolo capace di distinguersi per ingredienti e stili di cottura. Durante l’evento organizzato da Just Eat per presentare la “Mappa del cibo a domicilio in Italia 2023“, dove hanno cucinato i due chef finalisti di Masterchef Alina Gotta e Maurizio Rosazza Prin che attualmente guidano insieme la Delivery Valley*, un trend mi ha particolarmente colpito. Per questo ho deciso di riportare l’articolo integrale pubblicato sulla ricerca con un mio commento finale, che mi trova in parte d’accordo – e speranzosa che Just Eat abbia ragione – e in parte un po’ più scettica. Tuttavia, il mio recente aver visto The Old Oak l’ultimo film di Ken Loach dove i rifugiati siriani in Inghilterra riescono a trovare proprio nella condivisione del cibo una chiave sia per superare le barriere linguistiche e culturali sia per integrarsi in una terra piena di razzismo e pregiudizi, mi rende ottimista verso un’apertura italiana alla cucina globale.
*Delivery Valley è una cucina che offre cibo a domicilio di qualità sull’app Just Eat, con tutti i piatti presentati nella serata che potrai vedere nelle foto in questo articolo ordinabili in una Combo venduta a 12 €. Io li ho trovati davvero sfiziosi, ma quello che mi spingerà a ordinarli una di queste sere è la cheese cake di zucca e zenzero, davvero buonissima!
Cucina etnica: il trend di Just Eat per il cibo a domicilio
In un mondo sempre più iperconnesso dal punto di vista tecnologico sembra paradossale che i consumatori odierni sentino una mancanza di connessione, ma è proprio questo il cuore di questo trend che pone la cucina etnica tra le protagoniste del cibo a domicilio.
Verso una standardizzazione del gusto?
I consumatori cercano sempre più alimenti che diano loro un legame: con l’ambiente, con la natura o con le comunità globali da cui provengono gli ingredienti. In contesti urbani in cui culture prima distanti si trovano ora a stretto contatto, il settore alimentare ha registrato una contaminazione senza eguali: le culture culinarie di tutto il mondo si mescolano e si influenzano reciprocamente. Questo porta a una trasformazione dei piatti tradizionali che possono subire modifiche o fusioni con ingredienti o stili di cucina di altre culture.
La diretta conseguenza è una standardizzazione dei piatti che diventano sempre più adattati ai contesti dei consumatori locali. Al contrario i consumatori più esigenti chiedono una valorizzazione delle autentiche tradizioni culinarie.
[In foto – Delivery Valley x evento Just Eat: La polentina Gourmet, polentina home made fritta e croccante con crema al parmigiano e sale al tartufo]
Cucina etnica e cibo a domicilio
Il settore del food delivery, e più nello specifico i ristoranti che vi partecipano, giocano un ruolo chiave all’interno di tale panorama. Da un lato i consumatori sono alla ricerca di nuovi sapori e ingredienti, dall’altro gli chef e gli esperti del settore possono essere influenzati dalle tendenze e dalla richiesta di cibi esotici e autentici.
L’autenticità culinaria, tuttavia, si sta evolvendo e non si limita alla semplice fusione di piatti tipici e locali, ma ha l’obiettivo di creare prodotti che riflettono identità culturali, diventando tipologie a sé stanti. Per questo è interessante notare che in Italia si registri un deciso interesse verso la sperimentazione di sapori intensi e nuovi, desiderio particolarmente pronunciato dai giovani della fascia di età 25-34 anni. Al tempo stesso emerge la necessità di mantenere uno stretto contatto con i piatti familiari.
[In foto Delivery Valley x evento Just Eat: Patata veramente bravas – crocchette di patate, aromi e il famoso cubetto ancora buono dei salumi con salsa special leggermente spicy]
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Cucina etnica: le tendenze da Nord a Sud
Essendo un paese culturalmente ricco, emergono numerose differenze regionali nelle preferenze culinarie: nel Nord Italia c’è una preferenza per i piatti tradizionali più diffusi, mentre nel Sud Italia le cucine mediterranee e orientali sono quelle più apprezzate. L’interesse verso la sperimentazione aumenta quando si tratta di piatti che non sono facilmente replicabili tra le mura domestiche.
[In foto – Delivery Valley x evento Just Eat: Falafeel Good, falafel di ceci, maio alla curcuma]
Tra gli abbinamenti più apprezzati e maggiormente provati spicca la cucina italo-giapponese, mentre i più giovani apprezzano particolarmente la cucina italo-brasiliana.
[In foto – Delivery Valley x evento Just Eat: Zucake & Cheese, cheese cake con biscotti amaretto, crema di formaggio, marmellata di zucca e zenzero]
Più in generale molti consumatori, soprattutto i più giovani, sono interessati a ordinare cibo a domicilio composto da piatti e bevande provenienti da culture culinarie diverse. Questo suggerisce un desiderio di diversificare l’esperienza culinaria soprattutto attraverso il food delivery.
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Chiara Bassi
Cucina etnica: cosa ne pensa l’esperto di Just Eat
C’era una volta l’Italia intrisa di sugo della mamma, quella che spiava diffidente ogni novità esotica giunta alle sue porte. Quell’Italia sta oggi perdendo terreno in favore del diverso, del mai visto e della fiducia nel nuovo. Ci ha aiutati la presa di coscienza graduale che molte delle nostre certezze e presunte tradizioni millenarie fossero spesso in realtà delle bugie costruite per dare un tappeto di poesia a volgari meccanismi di vendita.
Le nonne tirano più delle modelle quando si tratta di promuovere il buono e poco importa se bisogna ritoccare un po’ la verità per renderle inventrici di ricette che con loro non hanno nulla a che fare. Insieme alla disillusione arriva però anche una crescente curiosità verso le culture gigantesche che abbiamo trascurato e maltrattato per anni.
[In foto – Evento Just Eat: da sinistra Alida Gotta, Chiara Bassi, Maurizio Rosazza Prin e Gianluca Moreschi]
Stiamo addirittura imparando a commentare il cibo di altri popoli senza cercare appigli di paragone che lo avvicinino al nostro lessico culinario famigliare. I tacos non sono piadine di mais e il ramen non c’entra nulla con la nostrana minestrina. Entrambi sono pilastri artigianali antichi che raccontano la storia di due patrimoni gastronomici radicati e forti almeno quanto il nostro. Una volta superato questo ostacolo mentale il mondo ci si spalanca come un infinito luna park edibile capace di offrirci continue sensazioni inaspettate. Questo allarga le palette di colori con cui possiamo dipingere le nuove tele della nostra cucina.
Se si parte da una base di rispetto e si mette la propria conoscenza sullo stesso piano di quella altrui, allora si possono davvero trovare i punti di contatto tra abitudini lontane per dare vita a intrecci felici fondati sulla coerenza. Non si fa un dispetto alla cucina italiana quando si apprezzano i sapori di un altro Paese, proprio come non siamo costretti ad ascoltare sempre e solo il nostro cantante preferito per evitare di farlo sentire tradito.
Cucina etnica e bisogno di connessione: l’opinione
Quando si parla di trend in merito al cibo, l’analisi è estremamente complessa perchè entrano in gioco diversi fattori tra cui spiccano la cultura e il prezzo. Questo perchè la cultura del cibo, esattamente come quella del vino, non è affare della maggior parte delle persone, bensì di un piccolo sottoinsieme di queste. Ancora oggi la leva principale del cliente medio è il prezzo e i suoi primi eventuali derivati: quantità – prezzo e, nella migliore delle ipotesi, qualità – prezzo. C’è un terzo rapporto fondamentale che è appannaggio solo delle classi più colte – e di conseguenza più benestanti – ed è esperienza – prezzo. Se apro la app Just Eat e imposto la zona dove vivo, ovvero Corso Lodi a Milano, stasera ho 138 ristoranti tra cui scegliere e la maggior parte sono di cucina etnica. Probabilmente la cucina italiana tradizionale occupa uno spazio molto limitato dell’offerta perchè è impensabile che un piatto che non appartenga al genere street food possa sopravvivere a una consegna. La stessa pizza mangiata al tavolo della pizzeria è enormemente più buona. E io, che stasera ho ordinato un piatto di ttõkbokki della cucina coreana, non posso fare a meno di chiedermi come sarebbero mangiati seduti in un vero ristorante coreano. Il cibo a domicilio resta, tuttavia, una commodity straordinaria che adoro, soprattutto da consumare in pieno relax davanti a una serie di Netflix. Quanto alle polemiche sui rider a me sinceramente fanno sorridere: io ricordo da bambina che nessuno si lamentava per le pizze consegnate a domicilio, eppure a fare le consegne erano spesso ragazzini pagati 1 € a consegna quando andava bene.
In sintesi io non sono certa che il trend di consumo della cucina etnica derivi da un desiderio di scoprire nuove culture, ma penso che sia piuttosto un problema di offerta dovuto al fatto che proporre uno spaghetto alla carbonara o una fiorentina come cibo a domicilio non sia una strada percorribile. Ben venga però se da questo nasce un’effettiva apertura verso nuove culture e nuovi sapori, abbattendo quella saccenza tipicamente italiana e il suo campanilismo gastronomico.
[In foto – app Just Eat: I migliori Ttŏkpokki della mia vita, ordinati dal ristorante Sŏn in Via Calimero 3, Milano e arrivati puntualissimi]