Il dolcetto o ormeasco è un vitigno a bacca nera autoctono del Nord Italia e in particolare tra le regioni confinanti Piemonte e Liguria. L’origine del nome, seppur incentra, pare derivi dalla minore acidità dell’uva matura, che lo rende particolarmente adatto all’elaborazione di vini di pronta beva. Il vitigno dolcetto è coltivato soprattutto nelle Langhe, nella zona di Ovada e in quella di Dogliani.
Dolcetto o ormeasco: caratteristiche
… della pianta
- Aspetto: foglia medio-piccola, pentagonale, pentalobata, più larga che lunga, con seno peziolare a V molto aperto, pagina superiore glabra e pagina inferiore verde chiaro con leggero tomento aracnoideo. Picciolo medio.
- Maturazione: seconda metà di settembre. Grappolo medio-grande, piramidale molto lungo, alato (con 1 o 2 ali) e mediamente spargolo. Acino medio, rotondo, ma non costante né nella forma né nelle dimensioni. Buccia fine, molto pruinosa e di colore nero-blu. Polpa succosa di sapore semplice molto dolce e gustosa con succo incolore.
- Produttività: buona e regolare nelle zone dove si ambienta meglio, buona ma irregolare da tutte le altre parti.
- Vigoria: da modesta a media.
- Resistenza alle avversità: molto resistente alle avversità atmosferiche. Sensibile invece alle malattie crittogamiche e alle tignole.
… del vino prodotto
- Esame visivo: rosso rubino profondo.
- Esame olfattivo: intenso, più fruttato che floreale.
- Esame gusto-olfattivo: fresco, caldo, leggermente tannico, abbastanza morbido, molto strutturato e con un lungo finale fruttato.
Zone di coltivazione
- Italia: zone idonee e consigliate: Piemonte e Valle D’Aosta; zone idonee: Abruzzo, Emilia-Romagna, Liguria, Lombardia, Sardegna, Umbria.
- Mondo: (in ordine di quantità): Italia; Stati Uniti (California: Lodi AVA, Mendocino County, Napa Valley AVA, Russian River Valley AVA, Santa Barbara County, Santa Cruz Mountains AVA; Oregon: Southern Oregon AVA, Umpqua Valley AVA); Australia (qui sono presenti alcune delle viti di dolcetto più antiche al mondo, piantate nel 1860 e ancora in produzione); Argentina (Mendoza); Nuova Zelanda (Isola del Nord: Matakana).
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Dolcetto o ormeasco: vini italiani DOCG e DOC dove è ammesso
- DOCG: Dogliani, Dolcetto di Diano d’Alba o Diano d’Alba, Dolcetto di Ovada Superiore o Ovada.
- DOC: Colli Tortonesi, Dolcetto d’Acqui, Dolcetto d’Alba, Dolcetto d’Asti, Dolcetto di Ovada, Golfo del Tigullio-Portofino o Portofino, Langhe, Monferrato, Piemonte, Pinerolese, Pornassio o Ormeasco di Pornassio, Val Polcevera, Valsusa.
Conclusione
Il dolcetto è sicuramente un vitigno capace di donare grandi vini rossi subito godibili anche per un winelover con un palato non esperto. La “dolcezza” del suo succo, infatti, si ritrova poi nel vino che fin da subito è morbido e avvolgente, con profumi di frutti rossi piacevolmente maturi. Del resto, come spesso accade, il nome del vitigno tradisce una caratteristica “universalmente riconosciuta” nella sua terra d’origine o di maggior vocazione. Basti pensare al conterraneo nebbiolo con gli acini così ricoperti di pruina da sembrare “annebbiati”.
Fonti:
© Ministero delle politiche agricole alimentari e forestali, Catalogo Nazionale delle varietà di vite.
© Bassi C., Sommelier: il manuale illustrato, Cammeo DiVino, Monte Isola, 2022, pp. 146 -147
© Piemonte Land (foto di copertina)