Il nebbiolo è un vitigno a bacca nera che deve il suo nome all’abbondante pruina che ricopre i suoi acini facendoli apparire come “annebbiati”, ovvero visibili in mezzo alla nebbia. Il vitigno nebbiolo è coltivato in Italia soprattutto in Piemonte e in Lombardia, in particolare in Valtellina dove è chiamato chiavennasca, ma si trovano produzioni interessanti anche tra i vini valdostani.

Sinonimi e cloni

  • Sinonimi: chiavennasca, prunent, spanna (unici ufficiali). Altri: barbesino, brunenta, marchesana, martesana, melasca, nebbiolin, nibieul burghiri, nebieul fumela, poctener, picotener. Ci sono poi deformazioni del nome o il nome seguito da un complemento di luogo o di qualificazione, ma spesso non si possono considerare veri sinonimi o sono addirittura errati.

Nebbiolo: caratteristiche

della pianta

  • Aspettofoglia media o grande, di forma ibrida tra orbicolare e pentagonale, trilobata, pentalobata o quasi intera con seno peziolare a V aperto con i lati concavi. La pagina superiore è glabra, appena vescicolosa e di colore verde bottiglia opaco. La pagina inferiore è aracnoidea e di colore verde chiaro. Picciolo medio con una rada peluria.
  • Maturazione: tardiva. Grappolo medio o grade, piramidale, allungato, alato e appena compatto. Acino medio, rotondo tendente all’ellissoide. Buccia sottile, resistente e tannica, molto pruinosa e di colore viola scuro. Polpa succosa e incolore di sapore semplice, dolce, acidulo e astringente.
  • Produttività: incostante perché è molto sensibile all’andamento climatico.
  • Vigoria: discreta.
  • Resistenza alle avversità: sensibile alla peronospera, resiste bene all’oidio. Se il clima è particolarmente piovoso, in autunno può venire attaccato dalla Botrytis cinerea. Molto sensibile agli sbalzi di temperatura.
Vitigno nebbiolo foglia

del vino prodotto

Il nebbiolo è un vitigno particolarmente adatto a lunghi affinamenti in bottiglia.

  • Esame visivo: rosso rubino trasparente con una tendenza al granato più o meno intensa a seconda del tempo di affinamento. In vini anche non particolarmente evoluti si possono trovare sfumature aranciate.
  • Esame olfattivo: molto intenso, elegante e fine. Note di viola, prugna fresca e in confettura, cuoio, funghi porcini, corteccia, goudron e paraffina.
  • Esame gusto-olfattivo: austero, morbido, caldo, fresco, tannico, strutturato e con un finale lunghissimo che può essere speziato con sfumature di rosa.

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Zone di coltivazione

  • Italia: (zone idonee consigliate) Piemonte, Sardegna, Valle D’Aosta; (zone idonee) Abruzzo, Basilicata, Lombardia, Umbria.
  • Mondo (in ordine di quantità): Italia; Messico (Baya California); Australia (Sud Australia); Stati Uniti (California; Washington); Argentina (Mendoza). Piccole quantità coltivate in Uruguay e Sudafrica.

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Nebbiolo: vini italiani DOCG e DOC dove è ammesso

  • DOCG: Barbaresco, Barolo, Gattinara, Ghemme, Roero, Sforzato di Valtellina o Sfursat di Valtellina, Valtellina Superiore.
  • DOC: Alba, Albugnano, Boca, Bramaterra, Canavese, Carema, Colli Tortonesi, Colline Novaresi, Colline Saluzzesi, Coste della Sesia, Fara, Langhe, Lessona, Monferrato, Nebbiolo d’Alba, Piemonte, Pinerolese, Sizzano, Terre Alfieri, Valle d’Aosta o Valle d’Aostee, Valli Ossolane, Valtellina Rosso o Rosso di Valtellina.
Vitigno nebbiolo grappolo

Conclusione

Il nebbiolo è un vitigno difficile da coltivare e per questo nel tempo è stato spesso abbandonato in virtù di vitigni internazionali meno delicati e più produttivi. Eppure, anche laddove era stato abbandonato, ha conosciuto nuovi periodi di splendore grazie alla qualità dei vini che sa donare quando trattato con estrema cura. Inoltre è importante ricordare che è proprio grazie a questa sua sensibilità alle condizioni pedoclimatiche che i vini prodotti possono essere estremamente diversi anche se i vigneti distano pochi chilometri tra loro.

Fonti:

© Ministero delle politiche agricole alimentari e forestali, Catalogo Nazionale delle varietà di vite.

© Bassi C., Sommelier: il manuale illustrato, Cammeo DiVino, Monte Isola, 2022, pp. 162 -163

© Immagine di copertina: Consorzio di Tutela del Barolo, del Barbaresco, dell’Alba e del Dogliani

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