La peronospora è una malattia trofica – ovvero che riguarda la nutrizione – causata da un parassita della famiglia Peronosporaceae che sottrae risorse energetiche alla vite che lo ospita. Qualora non vengano o non possano essere impiegate misure di controllo sufficienti, come accade ad esempio nella conduzione biologica del vigneto colpito, si può andare incontro a una riduzione o addirittura a una perdita dell’intero raccolto. Questo verrà analizzato nel caso studio di Podere Casanova, cantina biologica di Montepulciano (Toscana) che ha perso l’intera vendemmia 2023 a causa di questo parassita. Quest’anno, per quanto si è ampiamente parlato dei danni della peronospora e il governo stesso ha lanciato una goccia di aiuti nel mare dei danni subiti dai viticoltori, la vendemmia 2023 dei vigneti a conduzione biologica reale collocati in alcune zone è stata impossibile con una perdita del 100% di cui è doveroso parlare.

Peronospora vite: malattia e sintomi

Capire questa malattia della vite e i suoi danni parte dal saperla riconoscere nelle sue varie fasi di crescita. La peronospora attacca tutte le parti verdi della vite provocando macchie oleose sulla pagina superiore della foglia e peluria bianca sia sulla pagina inferiore della foglia sia sui tralci e sui grappoli.

La foglia attaccata dalla peronospora

I sintomi visibili di infezione da peronospora sulla foglia sono diversi in base all’età della foglia.

Foglie giovani

Sulla pagina superiore della foglia appaiono macchie gialle (chiamate macchie d’olio, possono essere rosse in alcune vitigni a bacca nera) che hanno un diametro di ~ 1 cm con un alone color marrone chiaro che svanisce quando la foglia raggiunge la piena maturazione. In questo tempo la macchia tende a crescere fino a raggiungere i 5 cm. Se il clima notturno è caldo e umido sulla pagina inferiore, esattamente in corrispondenza alla macchia gialla, si sviluppa un piumino bianco dall’aspetto cotonoso.

peronospora fase iniziale

Foglie mature

Quando la macchia invecchia il suo centro si secca e assume un colore marrone scuro, mentre attorno rimane l’anello di colore giallo. Nella parte secca la Peronospera è morta, mentre nella parte gialla è ancora viva e attiva al punto che può generare nuove spore.

Se il clima notturno è caldo e umido sulla pagina inferiore della foglia, esattamente in corrispondenza dell’anello giallo, si sviluppa il piumino bianco, a ulteriore prova che il parassita è ancora vivo.

Peronospora vite fase avanzata

La foglia nella fase avanzata della malattia

Tra fine estate e inizio autunno, quando questa malattia della vite è avanzata sulla foglia ormai matura, questa si caratterizza di un aspetto a mosaico, ovvero con piccole macchie brune di forma abbastanza regolare nelle zone delle nervature. Nelle piante colpite più duramente o dove si devono limitare i trattamenti per rispetto del tipo di conduzione del vigneto, può avvenire una defogliazione parziale o totale.

Peronospora fase finale

I germogli e i piccioli attaccati dalla peronospora

Sui giovani germogli e sui piccioli delle foglie compaiono macchie marroni oleose che possono portare anche alla morte del gambo con conseguente distacco di ciò che ne consegue. Esattamente come accade per la foglia, se le condizioni climatiche sono propizie, queste macchie possono ricoprirsi di piumino bianco.

Peronospora

Le infiorescenze, i grappoli e le bacche attaccati dalla peronospora

Questa malattia della vite colpisce le infiorescenze, i grappoli e le bacche giovani con macchie marroni oleose. Come accade per le altre parti della pianta, se le notti sono calde e umide, si ricoprono di piumino bianco. Nel giro di breve tempo le macchie sulle infiorescenze e sui giovani grappoli si espandono fino a ricoprire l’intera superficie e poi questi appassiscono.

Peronospora danni grappolo

Le bacche in formazione che vengono colpite dalla peronospora si induriscono e assumono un colore violaceo. Successivamente si tingono di marrone scuro, avvizziscono e cadono dal grappolo.

Peronospora danni bacche

Ora puoi iscriverti alla newsletter o scorrere la pagina per continuare la lettura dell’articolo!

Peronospora: tipi di infezione e conduzione del vigneto

Dal momento che la peronospora si diffonde sia dal suolo alla pianta e sia da una parte della pianta all’altra, la conduzione del vigneto e quindi le tipologie di interventi possibili pre-infezione e post-infezione diventano determinanti per la salvaguardia della vendemmia. Non stupisce quindi che una cantina virtuosa nei trattamenti come Podere Casanova, nella zona drammaticamente colpita di Montepulciano, abbia perso tutto il raccolto del 2023. Prima di analizzare la situazione specifica si riportano i tipi di infezione, gli interventi possibili e l’incidenza del biologico su questi.

Il ciclo della peronospora

La peronospera è un parassita obbligato e questo significa che ha necessariamente bisogno di un ospite per vivere e crescere. Tuttavia, quando è sotto forma di spora (o meglio oospora), riduce le sue funzioni alla mera sopravvivenza in attesa di condizioni nuovamente favorevoli per svilupparsi nuovamente. La cosa drammatica è che queste spore cadono dalle piante infette con la caduta delle foglie e dei grappoli e si insinuano nel terreno dove possono sopravvivere per anni e anni (sicuramente fino a 5, alcuni studi propendono per 10) sia a un clima avverso sia a eventuali trattamenti. La peronospora è lì, latente, pronta a svilupparsi quando le condizioni torneranno buone se non ottimali.

Infezione primaria: dal terreno alla vite

In agronomia c’è la regola 10:10:24, ovvero sono necessari almeno 10 mm di pioggia con una temperatura di almeno 10 °C per un periodo di tempo di almeno 24 ore per la formazione della peronospora. Fortunatamente questa condizione è necessaria, ma non sufficiente. Qualora le oospore germinino e generino zoospore capaci di “nuotare” nell’acqua libera, queste si depositano nella pagina inferiore della foglia dove sviluppano ife. A questo punto, tra il quinto e il quindicesimo giorno successivo all’infezione a seconda della temperatura che velocizza o rallenta il tempo di incubazione in modo direttamente proporzionale, le ife si trasformano in macchie d’olio.

L’infezione primaria è subdola in quanto è davvero difficile da trovare: ogni 50 metri di filare compaiono massimo 3 macchie d’olio. Eppure sarebbe proprio questo il momento di intervenire per avere le migliori probabilità di successo.

Infezione secondaria: da foglia a altre parti della pianta (foglie, grappoli…)

Le infezioni secondarie possono verificarsi in qualsiasi momento durante la stagione di crescita e questo significa che una macchia d’olio può rimanere inattiva anche per un’intera estate. Questo tipo di infezione si dice secondaria in quanto non può avvenire fin tanto che non sono presenti macchie d’olio attive sulle piante. Affinchè l’infezione secondaria si verifichi deve prima avvenire la sporulazione, ovvero la produzione di spore che richiede un’umidità pari o superiore al 98% e una temperatura di almeno 13 °C, poi il fogliame deve essere bagnato per circa 3 ore.

Conduzione biologica del vigneto: cosa significa e come incide nel caso di infezione da peronospora

L’infezione primaria è necessaria affinchè si possa sviluppare davvero la malattia attraverso l’infezione secondaria. Questa produce spore che possono essere diffuse dal vento e dalla pioggia ad altre parti della pianta o nelle piante vicine causando, laddove il clima lo consenta, una disastrosa epidemia. 

Evitare le fitte chiome ombreggiate che in caso di pioggia possono favorire la comparsa e la diffusione della peronospora è molto importante. Gli accorgimenti possibili per un vigneto a conduzione biologica sono per lo più di carattere colturale e includono, tra gli altri:

  • limitare la densità di impianto;
  • disporre i tralicci e potare per aprire la chioma;
  • diradamento laterale dei germogli;
  • defogliamento.

Per quanto riguarda i funghicidi ammessi in un vigneto biologico questi sono a base di rame e zolfo. In particolare, come riportato nel Manuale per la viticoltura biologica della Regione Toscana nel punto 9.2 a pagg. 80-82, per quanto riguarda la difesa della peronospora del vigneto biologico si suggerisce di utilizzare il rame nella misura massima di 6 kg per ettaro l’anno. Questa limitazione nasce dal fatto che il rame ha l’importante effetto collaterale di accumularsi nel terreno con una conseguente diminuzione dell’attività microbica e biologica del terreno che porta a un “aumento della sostanza organica, una diminuzione della mineralizzazione e una minore disponibilità di elementi nutritivi per le piante” [pag. 81].

Ora puoi comprare il mio libro dedicato agli aspiranti sommelier, ai sommelier e ai winelover o scorrere la pagina per continuare la lettura dell’articolo!

Chiara Bassi libro sommelier manuale illustrato

Sommelier: il manuale illustrato

Tutti i miei appunti sul vino e sul cibo in un solo libro. Massima portabilità per studiare dove vuoi, quando vuoi… e anche con il tuo smartphone scarico! A tutti gli aspiranti sommelier… ubriacate il lupo! 😄🐺🍷🍀

Chiara Bassi

Caso studio [2023]: il vigneto biologico di Podere Casanova a Montepulciano

Podere Casanova si trova a Montepulciano, in Toscana, ed è la cantina biologica di Isidoro Rebatto e Susanna Ponzin, una bellissima coppia di imprenditori veneti che per scelta di vita e di professione sono da sempre impegnati nella salvaguardia del paesaggio e nella lotta agli sprechi di risorse. Il loro lavoro principale è il recupero di centrali idroelettriche dismesse e riattivate per la produzione di energia pulita. Per la cantina hanno seguito lo stesso principio: hanno recuperato quello che era un rudere in fallimento e l’hanno ampliato e coccolato fino a farlo divenire un relais da sogno capace di produrre vini di grande qualità.

Ho chiesto loro una sorta di diario di bordo che mi mostrasse i dati climatici e i trattamenti eseguiti per poter supportare questo articolo dedicato alla peronospora quale importante malattia della vite che merita di essere approfondita dopo un’annata come la 2023. 

Podere casanova trattamenti peronospora maggio 2023
Podere casanova trattamenti peronospora giugno 2023
Podere casanova trattamenti luglio 2023 peronospora

Dopo il 3 luglio 2023 Podere Casanova Montepulciano ha deciso di interrompere i trattamenti e rinunciare alla vendemmia 2023 in quanto il rame utilizzato in tale data risultava pari a 1,8 kg per ettaro. Considerato che per scelta aziendale si utilizza massimo il 50% del rame consentito in agricoltura biologica per la Regione Toscana, ovvero 6 kg/cu/ha, andare avanti avrebbe certamente significato oltrepassare sia il proprio limite sia quello normativo. Si è eseguito un solo trattamento il 25 luglio 2023 per le barbatelle nuove. Inoltre è importante precisare che nel 2021 sono stati utilizzati 0,83 kg di rame per ettaro e nel 2022 appena 0,37 kg di rame per ettaro.

Peronospora 2023 podere casanova

Peronospera e biologico: una breve riflessione conclusiva

La scelta di condurre un vigneto nel rispetto della certificazione biologica è nobile, ma in annate particolarmente piovose e al contempo calde rispettare questi limiti porta inevitabilmente a dover rinunciare a gran parte della vendemmia. Il monitoraggio costante resta l’arma più potente disponibile, ma come si è visto l’infezione primaria è difficile da trovare a causa del bassissimo numero di macchie d’olio presenti. Questo rende la peronospora una malattia insidiosa, un grande rischio dell’agricoltura che deve sempre riportare alla mente che il lavoro dei campi, da millenni e per i millenni a venire, è stato e sarà sempre in balia del clima. Il cambiamento climatico poi non fa che peggiorare questa situazione e paradossalmente sono proprio le cantine più virtuose per l’ambiente, quelle che fanno pochi trattamenti e comunque sono sempre nel pieno rispetto dei limiti di legge, ad esserne le prime vittime.

Chiudo con una domanda: vale la pena pagare qualche euro in più un vino, ad esempio un Vino Nobile di Montepulciano DOCG parimenti buono se biologico rispetto a uno prodotto con uve da una conduzione del vigneto tradizionale? Questo “rischio d’impresa” superiore che nasce tuttavia con il nobile scopo di proteggere l’ambiente per le generazioni presenti e future di chi deve essere? Tutto dell’azienda o anche del consumatore?

Un sommelier dovrebbe porsi queste domande e fare così le sue scelte, siano queste amatoriali o lavorative e prediligere, laddove possibile e comunque sempre a parità di qualità, vini biologici o comunque ottenuti da un’agricoltura responsabile anche se non certificata.

Caricamento